Michelangelo Conte

Razionalità dell'immaginario

SPAZIO-TEMPO A3 e A4, 1950 - pittura su tela cm. 68x42

L'opera di Michelangelo Conte (Spalato 1913 - Roma 1996) si estende dagli anni '30 agli anni '90 presentando una sorprendente coerenza, dal primo periodo figurativo, di carattere costruttivo, alle composizioni astratte, dalla fine degli anni '40 in poi. E’ vincitore nel 1936 del concorso nazionale di affresco indetto dalla XX Biennale di Venezia. In occasione di questa biennale conosce Gino Severini, con cui mantiene in seguito un rapporto di amicizia e di lavoro.
E' nel campo dell'arte astratta, in cui sperimenta varie tecniche, dalla pittura polimaterica al rilievo metallico, che la sua personalità si impone, definendo alcuni periodi:
“Spazio – tempo”, “Organico – Inorganico”, “Spazio interattivo”.
Sue opere si inseriscono anche nell’architettura.


E’ in rapporto con i maggiori artisti d'avanguardia del secondo dopoguerra, da Alberto Burri a Ettore Colla, da Piero Dorazio a Achille Perilli. Importante è stata la sua attività organizzativa in favore del rinnovamento dell'arte in Italia. Si ricorda il suo ruolo di segretario dell'Art Club negli anni '50, presidente Enrico Prampolini, con mostre tenutasi in Italia e all’estero, tra cui varie alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, diretta da Palma Bucarelli, con la collaborazione di Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan. Ancora è da segnalare la sua collaborazione al M.A.C. e al Gruppo Origine. Consequenziale all’Art Club è la formazione del gruppo romano Forma 1.
E' stato presente in numerose mostre nazionali e internazionali tra cui varie edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia. Una sua mostra antologica si è tenuta al Museo Civico di Modena, nel 1981, a cura di Enrico Crispolti.
E’ del 1992 la mostra di confronto Michelangelo e Bruno Conte, padre e figlio, presso la Galleria Niccoli di Parma e Palazzo Ducale di Urbino con testi di Enrico Crispolti e Luciano Caramel.
Nel 2003 una mostra antologica si è tenuta presso l’Accademia di San Luca in Roma.


ORGANICO-INORGANICO, 1955 - pittura su compensato, cm. 110x156
Tra le ulteriori partecipazioni: Mac, Movimento arte concreta, Galleria Niccoli, Parma 1996; Gruppo 1 e gli anni ’60 a Roma, Galleria Civica, Termoli 1998; Mac Espace, Acquario romano, Roma 1999; Generazioni del novecento, Museo Bargellini, Pieve di Cento 1999; Art Club, La linea astratta, Galleria Niccoli, Parma – Basilica Palladiana, Vicenza 1999; Da Art Club al Gruppo degli otto, Fondazione Carical, Cosenza e Matera 2001; Dal Futurismo all’Astrattismo, Museo del Corso, Roma 2002; Artisti italiani del XX secolo allaFarnesina, Palazzo della Farnesina, Roma 2003 e Ara Pacis, Roma 2011; Fiamma Vigo e Numero, Archivio di Stato, Firenze 2003; Gli anni ’50 a Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma e Musée des Beaux Arts, Mons (Belgio) 2003: Da Balla alla Transavanguardia,“Triennale di Milano” 2005; XIV Quadriennale di Roma, 2005; Mannucci e il novecento, Comune di Fabriano 2005; “La raccolta d’arte Esso”, Galleria Nazionale d’Arte Moderna”, Roma 2007: Art Club, Villa Bertelli, Forte dei Marmi 2014; Alle origini dell’unione europea, Palazzo della Farnesina, Roma e altre sedi di città europee, 2015; Affinità elettive, Galleria d’Arte Moderna, Roma 2016.


SITUAZIONE PREORDINATA, 1965 - polimaterico e pittura su tela, cm. 195x130

Due Testimonianze:
(…) Michelangelo Conte è uno di quei rari pittori che unisce a questa chiarezza di visione artistica una non meno limpida coscienza etica, identificandosi in lui l’uomo artista con l’artista uomo. Questa unità di sentimenti è cosa spontanea tanto nel suo modo di vita, come in quello del suo pensare, che del suo creare.
Michelangelo Conte potrebbe andare sotto braccio con Leonardo: la pittura per loro è “cosa mentale”.
(…) La vita delle forme, nelle sue opere risponde alla eco emotiva e sonora di un suo mondo interiore. Tutto è distinzione qualitativa: la linea diventa architettura, la geometria misura. In lui il vecchio espediente del “pittoricismo” è bandito dalla insuperabile suggestione delle leggi costruttive della geometria intesa quale scienza dialettica delle proporzioni e dei rapporti.
L’arte di Michelangelo Conte, sostenuta da un senso ritmico, spaziale e timbrico del colore, si avvia verso le nuove vie dell’arte concreta e puntualizza i canoni dell’arte del nostro tempo.
Enrico Prampolini, 1955

(…) Michelangelo Conte porta innanzi da anni una ricerca serissima sulla strutturalità, la spazialità intrinseca della materia: ma in una direzione personale, che certamente tiene conto di Burri e di Fontana, anche se poi s’inoltra in una problematica tutta diversa, e precisamente nella problematica del costituirsi della materia stessa in valore di oggetto. E’ una conseguenza logica: la scoperta e la lettura della spazialità interna della materia, sentita quasi come una possibilità di evoluzione o di elezione della materia stessa, non possono non condurre all’oggetto e alla poeticità dell’oggetto. Anzi, è lo stesso contatto umano, come scelta iniziale e operazione, che opera nella materia questo processo di alchimia, che la trasforma, la purifica, mette in luce la legge della sua organizzazione interna: ma ciò che Conte sente con una acutezza rara è che questo processo di trasformazione e di elezione non è un processo organico, bensì un processo indotto nella materia dal sentimento e dal fare dell’uomo. Per lui, infine, la realtà della materia non è che un dato di fatto: la vita della materia non è altro che la vita umana inevitabilmente legata alla materia del mondo, e l’evoluzione, il progresso della materia non si compie se non nella presenza e nell’operazione dell’uomo “storico”.
Giulio Carlo Argan, 1963


UNO IN DUE, 1987 - rilievo, lamine metalliche e pittura su cartone, cm. 100x100

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